Riflessioni sull'uso dell'indicativo e del congiuntivo per indicare causa e scopo

Causa vs scopo: indicativo vs congiuntivo

Qual è la differenza tra queste due frasi?

  1. Te lo dico perché mi capisci.
  2. Te lo dico perché mi capisca.

Una sola lettera cambia l’intero significato. Com’è possibile? Magia o grammatica?

Nella prima frase si usa l’indicativo presente “capisci” perché indica la causa per la quale il parlante ha deciso di dire qualcosa all’interlocutore, colui che – appunto – capisce.

Per comodità, chiamiamo A chi pronuncia la frase e B colui che l’ascolta. A sa che B lo capisce e per questo motivo gli racconta qualcosa. Probabilmente A e B si conoscono da tanto tempo e sono amici e quindi A sa che è molto probabile che B capirà (e magari sarà anche d’accordo) con ciò che gli racconta A.

La comprensione di B nei confronti di A è la causa del racconto di A a B. La comprensione precede la decisione di raccontare; è proprio perché A sa che B lo capirà che A dice a B qualcosa.

Se B non capisse così bene A, A non racconterebbe a B quella determinata storia.

Il “perché” nella prima frase indica la causa, il motivo.

Nel secondo caso invece, si usa il congiuntivo presente “capisca” perché la comprensione da parte di B nei confronti di A è l’obiettivo di A, non la causa. A spera che B capisca. A racconta a B sperando di essere capito, usa il racconto per ottenere comprensione. La comprensione in questo caso segue il racconto, è lo scopo del racconto di A a B, non la causa.

A e B in questo caso forse non si conoscono o comunque A non è sicuro (come invece nel primo caso) che per questa particolare circostanza, B sia già d’accordo con A. Magari è un argomento o un atteggiamento nuovo che A e B non hanno mai trattato. A, raccontando a B cerca di spiegarsi, tenta di raccontare le ragioni per cui ha fatto quello che ha fatto e di ricevere la comprensione di B.

Nella seconda frase “perché” indica uno scopo, un fine e può essere sostituito da sinomimi come affinché, al fine di, allo scopo di, per ecc.

Nel primo caso invece A ha già motivi più validi per sapere in anticipo che B capirà.

Ancora una volta, vediamo l’indicativo usato per fatti più reali, concreti, sicuri e il congiuntivo invece per desideri, speranze, ipotesi.

Possiamo riscrivere le due frasi in questi modi:

Primo caso:

  1. Te lo dico perché so che mi capisci/capirai.
  2. Te lo dico perché so di essere capito.
  3. So che mi capisci e quindi te lo dico.
  4. Il motivo per cui te lo racconto è che so che mi capisci.

Secondo caso:

  1. Te lo dico per essere capito.
  2. Te lo dico perché spero di essere capito.
  3. Te lo dico perché credo/spero che tu mi capisca.
  4. Te lo dico affinché tu mi capisca.
  5. Spero che tu mi capisca, quindi provo a dirtelo.

Sono differenze sottili, particolari e, tutto sommato, in entrambi i casi A vuole essere capito, come tutti noi del resto, vero?

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